Tre uomini diventati nell’immaginario collettivo quasi mitici e non persone qualunque, ma di rango reale, che appresa la notizia della nascita di Gesù Bambino, non hanno voluto mancare all’evento. La distanza, però, non era relativa e a quell’epoca non esistevano di certo auto o aerei. I Re Magi, riccamente vestiti e con i loro doni preziosi, si incamminarono muovendosi con i loro cammelli e seguendo la stella che indicava loro il percorso giusto. Tutto solo per amore, per poter rendere omaggio al piccolo che avrebbe cambiato le sorti del mondo. Tanti artisti si sono soffermati su questi personaggi, lodandoli e narrandone le gesta e in giro su internet ci ha colpito la profondità di un componimento che si intitola “I tre viandanti”.
E’ interessante anche la descrizione del paesaggio, che doveva apparire desolato a tre uomini soli in mezzo alla natura e soprattutto se abituati a vivere nel lusso e senza fatica. Eppure trapela una visione quasi onirica dell’evento, accompagnata da Dio e tra mille elementi in grado di riempire il cuore di suggestione e, alla fine, ecco la tanto agognata meta. Il Bambino Gesù dorme beato riscaldato dal calore dell’alito del bue e dell’asinello e guardato con amore da Maria e Giuseppe.
I tre viandanti
La notte di Natale nelle pianure immense
tre viandanti in allegra brigata
guardaron su e videro una stella lucente
più luminosa ancor della via lattea.
E nei loro cuori la meraviglia fu tale
ch’essi cantaron con gioia, :
“Natale! Natale! Natale!”.
Asciutta era l’aria pel calore d’estate
una nube celava la luna argentata;
ma dai cieli, leggera e festante
scese danzando una dolce ballata;
l’udiron i tre e la gioia fu tale
che insieme cantaron:
“Natale! Natale! Natale!”.
Neri cigni solcarono il cielo,
cani selvaggi ulularon lontano,
balenò nell’alto lo splendore stellato,
ancora echeggiò d’amore quel canto,
insieme quei tre ” Natale! Natale! Natale!”
ancora cantaron :
” Natale! Natale! Natale!”.