Colui che possiede la zampogna, viene detto zampognaro e ancora oggi, soprattutto nei paesi si può notare, da solo o in coppia, mentre la suona. Ancora più facile che ciò accada la mattina del 25 dicembre ed è sempre una sensazione particolare, almeno per me. Si tratta di un curioso strumento musicale dalle caratteristiche arcaiche a fiato, che si è diffuso soprattutto nell’Italia centro-meridionale.
Di solito gli zampognari si vedono solo nel periodo natalizio e in ogni caso suonano pure altri strumenti come la ciaramella. Tutti percorrono le vie cittadine facendo sentire nell’aria un suono tanto particolare che è persino complicato descriverlo. Nei centri urbani soprattutto, sicuramente la zampogna sa di Natale. Tuttavia nel settore rurale e pastorale è ancora scelta per accompagnare tutti i principali accadimenti che interessano il corso dell’anno. Parliamo di processioni, rituali, feste e balli e il centro di tutto questo è soprattutto la praticato in Campania (provincia di Salerno), ma anche la Basilicata, Calabria, Sicilia (provincia di Messina) Abruzzo.
Questo strumento pastorale è caratterizzato dal suono simultaneo di due canne a note fisse, che fungono da bordone, e di due canne che modulano il suono. Semplice eppure complesso, ma dal risultato garantito pronto insomma a creare l’atmosfera in ogni caso. La difficoltà è quella di ottenere un suono costante e questo è garantito dalla bravura dell’esecutore. Quest’ultimo, prima di iniziare a suonare deve gonfiare un otre che funge da serbatoio d’acqua. In questo modo può prendere fiato senza interrompere il suono. Tutta tecnica ed esperienza che si acquisiscono con la pratica. La mattina di Natale, per le vie del centro si muovono gli zampognari regalando una sensazione di antico, quasi come se si tornasse indietro nel tempo. Gesù è nato, l’evento è dei più importanti e va festeggiato al meglio anche con musica antica e suonata in modo particolare.