Natale, il biancospino, il vischio e il vin brulè

In fondo sono tre tradizioni e non possiamo immaginare l’arrivo del Natale senza questi elementi così tipici. Iniziamo dal biancospino che germoglia proprio nel periodo della fine dell’anno, quindi rappresenta da tempo anche un valido regalo natalizio. Fiorisce, invece, a Pasqua, per cui copre tutte le feste. Intorno sono sorte delle leggende a tema molto interessanti. Si ritiene, infatti, che il biancospino sia originario di Glastonbury e questo perché si fa risalire al al bastone che Giuseppe d’Arimatea aveva piantato con le sue mani.

31 dicembre, un bacio sotto il vischio

 

Quante volte ne abbiamo sentito parlare e nel corso degli anni siamo rimaste in trepidante attesa, nella speranza che capitasse anche a noi. Il bacio sotto il vischio è davvero romantico e il 31 dicembre, chi sogna il grande amore o aspetta un annuncio che ricorderà a vita, sente scoppiare il cuore dall’emozione. Da dove deriva questa usanza? Bisogna farla risalire, addirittura alla tradizione celtica ed è tutta dedicata al Capodanno.

Natale: il vischio per augurare un anno felice

Gli innamorati la notte del 24 dicembre, sono soliti baciarsi sotto il vischio come vuole la tradizione, tutti gli altri invece, amano riceverlo o regalarlo perchè si dice che porti fortuna per l’anno in arrivo. L’agrifoglio è una bella pianta ornamentale tipica di dicembre, che in giro per il mondo è legata ad una serie di tradizioni di Natale e credenze che hanno radici piuttosto antiche. Dalla saga de “l’anello dei Nibelunghi”, ad esempio, nasce la storia del figlio del dio Odino che venne ferito a morte da una freccia realizzata con un ramo di vischio. La moglie disperata pianse lacrime che si trasformarono in bacche bianche, poi tinte di rosso dal sangue della vittima.