Ricordi di Sicilia, tradizioni che ancora oggi in alcuni paesi, soprattutto nella zona occidentale, potrebbe capitarvi di vedere e che ho perfettamente chiare in mente, senza averle mai dimenticate. La sera della Vigilia, quasi nessuna famiglia da decenni prepara più lo sfincione in casa. Di che cosa si tratta? Di una sorta di pizza alta condita con acciughe pomodoro o ricotta, cipolla e mollica, oltre che formaggio. Un tempo, la pasta si faceva lievitare tra le quattro pareti domestiche e ci si recava poi tutti insieme per fare infornare le teglie dal panettiere del quartiere. In questo modo il risultato era sempre eccellente. Oggi, in ogni caso, la fila al panificio si fa comunque visto che non si rinuncia ad assaggiare questa specialità locale, ma si prende già pronto. Già dalle prime ore del giorno del 24 dicembre, si sente nell’aria un profumo meraviglioso e si gongola già ben sapendo che dopo poco tempo si potrà gustare questa delizia.
Sicilia
Il Natale e i dolci siciliani
Ricordo bene il Natale in Sicilia, in particolare tra Palermo e la provincia di Trapani dove sono nata e cresciuta. Se durante l’anno nella Trinacria si deve lottare con la bilancia perennemente perché le delizie sono troppe e tutte da gustare, ovviamente a Natale le cose vanno anche peggio. In quell’occasione non sono tanto i primi, i secondi e i contorni ad attentare ad una linea perfetta, quanto i dolci che ogni invitato si sente in dovere di portare. Allo stesso modo, i commensali vogliono consumare tutto sia per non offendere chi gentilmente ha trascorso decine di minuti in fila alle casse della pasticceria che per eliminare il più presto possibile una meravigliosa tentazione.
Natale in Sicilia: la leggenda di Colapesce
E’ famosissima questa leggenda in Sicilia e anche ben oltre i confini regionali. Se non ne avete mai sentito parlare, è ora anche per voi di conoscerla e così abbiamo deciso di riportarvela. Non è a tema natalizio, ma se durante le feste vi trovate nella Trinacria, potreste chiedere ai vostri cari di riproporvela:
Natale 2011 a Custonaci: antiche tradizioni di Sicilia
Sono già trascorsi trenta anni da quando in Sicilia e per la precisione nella borgata trapanese di Custonaci ha cominciato a svolgersi una manifestazione nota dovunque per la cura dei dettagli e l’attenzione nella ricostruzione della scena della Natività . Nel presepe vivente non ci sono soltanto degli attori in abiti dell’epoca, ma si respira una atmosfera d’altri tempi, il pathos viene fuori in tutta la sua potenza comunicativa e lo spettatore non può fare a meno di sentirsi parte integrante della scena. Viene riprodotta la vita ai tempi di Gesù e tutto sembra così vero da aver trasformato questo luogo in un vero simbolo natalizio e non solo per i siciliani. Chi si trova nella Trinacria, insomma, prima o poi passa da Custonaci e non se ne pente mai.
Custonaci: dove si trova il presepe vivente più famoso di Sicilia?
Il presepe vivente in sè non sarebbe nulla di particolare, in quanto negli ultimi anni sembra essere diventata una vera e propria moda, eppure ci sono luoghi in Italia dove ricreare la scena della Natività nei particolari è davvero suggestivo, quasi una finestra sul tempo passato. E’ quello che accade, ad esempio, a Custonaci dove non solo si presta attenzione ad esempio ai protagonisti in merito a bellezza e abbigliamento ma ogni mestiere dell’epoca non manca. Il gruppo di pastorelli dalle fattezze umane si ritrova annualmente in questo angolo di Sicilia divenuto ormai famosissimo ben oltre i confini isolani e, addirittura, nazionali.
Il presepe in Sicilia
Il simbolo natalizio del presepe, in Sicilia, ha da sempre una identità molto forte, tanto che non è raro vederne esportate idee e modelli anche fuori dai confini nazionali. All’inizio veniva ricreato quasi esclusivamente all’interno delle chiese, ma presto cominciò a essere realizzato pure nelle case, in un angolo della stanza o all’entrata dell’abitazione per rendere la festa non soltanto più sentita, ma ancora più caratteristica soprattutto dal punto di vista religioso. Si tratta di un impianto scenografico piuttosto semplice al cui centro si trova la grotta con il bambinello e dove viene ripresa la vita dei pastori, dei Re Magi e, chiaramente, della nascita del Bambino Gesù.
Ninna Nanna di Natale in Sicilia
Non solo chi è originario della Sicilia o è un appassionato del regista e autore teatrale e televisivo della Trinacria Andrea Camilleri, riesce a comprendere ed amare il dialetto locale. Una vera e propria lingua a parte che esprime sentimenti, gioie e dolori e che in occasione del Natale non dimentica di pensare a rime a tema. Ecco, quindi, qualche canto tradizionale siciliano da ascoltare dai più anziani o da provare a leggere e intonare durante i giorni di festa. Il primo testo, letteralmente tradotto con Ninna nanna del pecoraro, è un canto di adorazione del Bambin Gesù, in cui si parla del pellegrinare dei pastori e dei contadini nella grotta di Betlemme per portare in dono alla Sacra Famiglia ciò che la terra ha fornito. Il secondo è un canto notturno che potete pure sussurrare ai vostri bambini per farli addormentare: