La Notte di Natale: dal Vangelo secondo Luca

 

La notte di Natale è una occasione per molti per recarsi in chiesa per la Messa di Mezzanotte. Si ricorda il vero protagonista della festa, colui che al di là di consumismo e tradizioni, ha dato il via all’appuntamento più amato ed emozionante dell’anno. Un incontro religioso che mette allegria, tra canti e colori e non manca ovviamente la lettura del Vangelo. In molti sono stanchi dopo aver mangiato a sazietà ed aperto i regali, ma decidono comunque di ringraziare il Bambinello per i doni di tutti i giorni:

Canzoni per Natale di Claudio Baglioni

Claudio Baglioni, cantautore raffinato e dall’animo sensibile ha scritto dei successi molto noti anche per il periodo di fine anno con in testa proprio Notte di Natale. Ecco i testi:

Notte di Natale, Claudio Baglioni

 

Quando ero più piccola, questo testo mi metteva molta tristezza. Non è che adesso la cosa sia diversa, ma riesco ad interpretare in modo più distaccato il dolore dell’artista di fronte ad una storia finita. Claudio Baglioni nel testo ripensa alla ex proprio la notte di Natale e solo e triste non sa come andare avanti. Lo struggimento viene fuori per intero dal pezzo e dimostra come sempre la grande levatura artistica del cantautore romano. Un contrasto molto forte perché di solito la notte della Vigilia, è quella in cui nasce Gesù bambino e si ricevono i regali che porta Babbo Natale. In più è generalmente un momento per restare riuniti in famiglia in allegria, accanto a persone che magari durante tutto il resto dell’anno nemmeno si frequentano. Niente abbuffate per lui, giocate a tombola, doni e alberi di Natale, solo dolore. Questo fa ritornare in mente tutti coloro che soffrono in questo giorno di festa per malattie, per dispiaceri personali, per vuoti incolmabili. Mentre noi non vogliamo vedere la realtà almeno per un giorno, insomma, c’è chi proprio non può negarla e si ritrova da solo.

Una ninna nanna per la notte di Natale

Forza a dormire, a giocare con i doni ricevuti ci penserete domani!”: la notte di Natale non è mica facile fare addormentare i più piccoli e, quindi, le mamme trascorrono il tempo a sgolarsi. Troppo contenti e distratti da quello che è accaduto nelle ore precedenti non ci prensano proprio a prendere sonno. Forse è più facile, farli coricare con i loro regali vicino e intonare una bella ninna nanna a tema:

Racconto di Natale di Dino Buzzati

Tetro e ogivale è l’antico palazzo dei vescovi, stillante salnitro dai muri, rimanerci è un supplizio nelle notti d’inverno. E l’adiacente cattedrale è immensa, a girarla tutta non basta una vita, e c’è un tale intrico di cappelle e sacrestie che, dopo secoli di abbandono, ne sono rimaste alcune pressoché inesplorate. Che farà la sera di Natale – ci si domanda – lo scarno arcivescovo tutto solo, mentre la città è in festa? Come potrà vincere la malinconia? Tutti hanno una consolazione: il bimbo ha il treno e pinocchio, la sorellina ha la bambola, la mamma ha i figli intorno a sé, il malato una nuova speranza, il vecchio scapolo il compagno di dissipazioni, i1 carcerato la voce di un altro dalla cella vicina. Come farà l’arcivescovo? Sorrideva lo zelante don Valentino, segretario di sua eccellenza, udendo la gente parlare così. L’arcivescovo ha Dio, la sera di Natale. Inginocchiato solo soletto nel mezzo della cattedrale gelida e deserta a prima vista potrebbe quasi far pena, e invece se si sapesse! Solo soletto non è, non ha neanche freddo, né si sente abbandonato. Nella  Dio dilaga nel tempio, per l’arcivescovo, le navate ne rigurgitano letteralmente, al punto che sera di Natale le porte stentano a chiudersi; e, pur mancando le stufe, fa così caldo che le vecchie bisce bianche si risvegliano nei sepolcri degli storici abati e salgono dagli sfiatatoi dei sotterranei sporgendo gentilmente la testa dalle balaustre dei confessionali.

Così, quella sera il Duomo; traboccante di Dio. E benché sapesse che non gli competeva, don Valentino si tratteneva perfino troppo volentieri a disporre l’inginocchiatoio del presule. Altro che alberi, tacchini e vino spumante. Questa, una serata di Natale. Senonché in mezzo a questi pensieri, udì battere a una porta. “Chi bussa alle porte del Duomo” si chiese don Valentino “la sera di Natale? Non hanno ancora pregato abbastanza? Che smania li ha presi?” Pur dicendosi così andò ad aprire e con una folata divento entrò un poverello in cenci.