La mattina di Natale: silenzio e pace

 

Non so se vi è mai capitato di passeggiare la mattina di Natale, prima di riprendere ad abbuffarsi nel giorno in cui si ricorda la nascita di Gesù Bambino. Le uniche persone che vedrete in giro sono quelle che si stanno recando in chiesa. La pace e il silenzio che regnano sono talmente irreali da riuscire a ricreare una atmosfera davvero unica. In nessun altro momento dell’anno riesco a sentirmi così e certo non mi capita ogni volta di trovarmi fuori in quella precisa mattinata. Neppure il 15 agosto la città appare svuotata e coloro che sono in giro sembrano quasi dei fantasmi.

Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi

 

In effetti non è poi così scontato, perché nel mio caso, molto spesso nel corso della mia vita entrambe le feste le ho trascorse in famiglia. Per partire c’è tempo e anche per il divertimento fuori dalle quattro mura domestiche, ma esigenze e mentalità diverse rendono la mia affermazione certamente opinabile. Di sicuro non ho dubbi sul giorno che amo maggiormente che è proprio il 24 dicembre e, di conseguenza il 25. In quell’occasione e l’ho più volte ripetuto, le emozioni che mi invadono sono molteplici e meravigliose. E’ come tutti gli eventi di una certa importanza la nascita di Gesù Bambino e prevede un periodo precedente fatto di corse frenetiche, di incontri, di scelta di regali fra confusione e casse con file lunghissime. Senza contare il menù da preparare, l’albero di Natale ancora da fare e le decorazioni da sistemare in casa. Eppure tutta questa frenesia è adorabile e sono di certo in molti a pensarla come me, così come ci sono molte persone che sono tristi nel vedere quanto consumismo e materialismo ci può essere dietro a tutte queste azioni. In fondo dovremmo solo festeggiare un evento religioso, ma oggi il Natale è davvero molto di più.

Capodanno: l’emozione arriva a mezzanotte

 

Vi è mai capitato di sentirvi emozionati a Capodanno, in particolare poco prima che scattasse la mezzanotte? A me succede ogni anno. Sicuramente è una sensazione stupida, ma ho sempre l’impressione, forse troppo ottimistica, che l’anno successivo mi porterà nuove gioie e tanti momenti da spendere al meglio e non mi sento mai davvero pronta e provare a dedicarmi alle mie successive attività. Altri dodici mesi, l’immagine di un calendario in bianco tutto da scrivere: che cosa succederà? Allontanate del tutto le nuvole nere delle cose cattive, mi godo la visualizzazione di splendidi viaggi, di interessanti proposte al lavoro, di giorni d’amore felici. Almeno queste è la mia speranza.