Giovanni Pascoli, nella sua prolifica attività di scrittore non ha dimenticato il Natale. Ha puntato l’attenzione, però, soprattutto, sulla Befana con una lunga poesia fatta di rime e ricordi.
Giovanni Pascoli, nella sua prolifica attività di scrittore non ha dimenticato il Natale. Ha puntato l’attenzione, però, soprattutto, sulla Befana con una lunga poesia fatta di rime e ricordi.
Il Natale è affascinante, diciamocelo e non soltanto per i regali e l’atmosfera che porta con sè, ma anche riguardo alla storia e alla fede. Basta leggere il Vangelo natalizio per rendersene conto:
Non ricordo bene quando e come l’ho scoperto io, dovevo essere piuttosto piccina, ma sono sicura che alla fine non è stato un trauma. Sono sempre stata piuttosto pratica: l’importante era trovare il dono sotto l’albero, che fossero i miei genitori e i parenti a sistemarlo un quel luogo poco importava. Cosa fare però se i bambini iniziano a sospettare che Santa Claus, in fondo può non esistere? Meglio anticipare i tempi e dire la verità o far finta di nulla? E’ un quesito per niente facile questo, tuttavia di sicuro prima o poi, magari a scuola sapranno davvero come stanno le cose. Certo non si tratta di prenderli in giro, ma è una bella abitudine quella di stimolare la loro fantasia, pensando a questo simpatico vecchietto che porta i doni.
Natale non solo per ricevere, ma anche per donare e ascoltare. Le parole del Vangelo della Santa Messa natalizia, a tal proposito, ci dovrebbero far riflettere e fornire nuovo linfa per vivere meglio.
Fu davvero un momento emozionante, quando finalmente i Re Magi giunsero alla grotta di Betlemme? Non avevano badato a nulla pur di onorare il neonato divino. Erano partiti con i loro eleganti abiti e senza la Stella Cometa non sarebbero mai arrivati. Portavano in dono oro, incenso e mirra e tanta fede che, infatti, ha premiato lo loro ricerca. I Vangeli ci raccontano, esattamente come è andata:
Me lo ricordo ancora e come scordarlo quel senso di angoscia che ti prende il sei gennaio, verso sera, quando realizzi che il giorno successivo devi andare a scuola. Va meglio se hai svolto i tanti, troppi compiti per le vacanze, ma in ogni caso sai che dal giorno successivo ricominceranno i tuoi problemi di bambino o di adolescente, a seconda del corso di studi che hai raggiunto. Interrogazioni, compiti in classe: chi fermerà le insegnanti rilassatissime e pronte a tornare la carica? E’ chiaro che non vale mai la pena di rovinarsi gli ultimi minuti di lontananza dalla vita di tutti i giorni, ma non sempre è facile reagire bene.
Il periodo natalizio è una benedizione per tutti in fondo, anche per chi non è particolarmente appassionato alla festa. Questo perché, se in azienda regalano panettoni e prodotti tipici che, all’occorrenza si possono riciclare e portare ad altri, dall’altro c’è qualche giorno in più di ferie. Un pò di relax ci vuole sempre, soprattutto in un periodo di mezzo, in cui sono lontane le vacanze estive e pure quelle invernali. Come tutte le cose, però, ovviamente, questi giorni tendono a finire e allora c’è un pò il magone, perché di ricominciare con la solita vita nessuno ha proprio voglia. Qualcuno riprende subito dopo il 26 dicembre, altri invece sono più fortunati e resteranno a casa fino al due gennaio,  in ogni caso l’unica consolazione che il periodo, quasi sempre, riserva altri giorni feriali da sfruttare prima della Befana.
Chi non ricorda “Natale” di Giuseppe Ungaretti? Io personalmente l’adoro e la ripeto spesso anche quando non è proprio il 25 dicembre. Se questa per me è la poesia natalizia più famosa, ne ricordo altre che ho letto e studiato a scuola e tra gli autori più prolifici, in questo senso, come non ricordare Umberto Saba e Guido Gozzano?