I racconti di Natale ci piacciono sempre, sia quelli pensati per i bambini che quelli per i più grandi. Ecco, dunque, che vi riportiamo stavolta una storia scritta da Dino Buzzati, per comodità divisa in due parti:
Nel paradiso degli animali l’anima del somarello chiese all’anima del bue:
– Ti ricordi per caso quella notte, tanti anni fa, quando ci siamo trovati in una specie di capanna e là, nella mangiatoia…?
– Lasciami pensare… Ma sì – rispose il bue. – Nella mangiatoia, se ben ricordo, c’era un bambino appena nato.
– Bravo. E da allora sapresti immaginare quanti anni sono passati?
– Eh no, figurati. Con la memoria da bue che mi ritrovo.
– Millenovecentosettanta, esattamente.
– Accidenti!
– E a proposito, lo sai chi era quel bambino?
– Come faccio a saperlo? Era gente di passaggio, se non sbaglio. Certo, era un bellissimo bambino.
L’asinello sussurrò qualche cosa in un orecchio al bue.
– Ma no! – fece costui – Sul serio? Vorrai scherzare spero.
– La verità. Lo giuro. Del resto io l’avevo capito subito…
– Io no – confessò il bue – Si vede che tu sei più intelligente. A me non aveva neppure sfiorato il sospetto. Benché, certo, a vedersi, era un fantolino straordinario.
– Bene, da allora gli uomini ogni hanno fanno grande festa per l’anniversario della nascita. Per loro è la giornata più bella. Tu li vedessi. È il tempo della serenità, della dolcezza, del riposo dell’animo, della pace, delle gioie famigliari, del volersi bene. Perfino i manigoldi diventano buoni come agnelli. Lo chiamano Natale. Anzi, mi viene un’idea. Già che siamo in argomento, perché non andiamo a dare un’occhiata?
– Dove?
– Giù sulla terra, no!
– Ci sei già stato?
– Ogni anno, o quasi, faccio una scappata. Ho un lasciapassare speciale. Te lo puoi fare dare anche tu. Dopotutto, qualche piccola benemerenza possiamo vantarla, noi due.
– Per via di aver scaldato il bimbo col fiato?
– Su, vieni, se non vuoi perdere il meglio. Oggi è la Vigilia.