Che cosa significa la parola presepe (o presepio)? Quando è stato realizzato il primo? Come mai questa tradizione, seppur annebbiata dal pagano albero di Natale, va avanti nei secoli? Andiamo con ordine a scoprire i segreti meno conosciuti di tale usanza tanto amata quanto splendida. L’arte di ricreare attraverso “pastorelli” la scena della Natività, deriva dalla parola “stalla” o mangiatoia, per via degli animali che in quel periodo erano allevati in tale luogo e permisero la vita a Gesù Bambino, con il loro fiato in grado di riscaldarlo. Il termine è latino di origine e letteralmente si può tradurre con davanti la siepe o l’ovile.
L’idea prese vita da un primo tentativo di San Francesco che nel 1223 volle ricostruire fedelmente l’evento di Betlemme e il luogo prescelto fu una grotta a Greccio, in provincia di Rieti. Si perchè a recitare erano delle persone in carne ed ossa. Questa usanza, in verità si è mantenuta pure oggi. Tuttavia si è passati sin da subito poi alle statuine di legno, pietra, gesso, o terracotta.
Non mancano nel Belpaese pregevoli esempi di presepi curiosi e realizzati grazie alle abili mani di artisti esperti. Ecco, quindi, che ad esempio, nel Museo Nazionale di Firenze spicca quello di Giovanni della Robbi, il primo praticamente che diffuse la speciale ceramica colorata inventata dal celebre padre Luca.In più, i pastorelli avevano delle peculiarità innovative. Il Bambino con ildito alla bocca e non mancavano San Giovannino e un pastore con la pecora.Se vi recate, poi, a Cesenatico (in provincia di Forlì), le statue di Gesù, Giuseppe e Maria li trovate a grandezza umana circondate da statue di angeli e pescatori e posizionati sulle barche nel canale.Nella stessa zona ma a Predappio, c’è poi il presepio più lungo d’Italia con i suoi 10 metri di lunghezza. Si trova nella zolfatara tra le acque sulfuree con 12 grotte e altrettante scene della natività.L’idea è nata nel 1981, quando alcuni speleologi portarono proprio qui una pianta di Stella di Natale.