Polar Express: tutti a bordo per un Natale 2011 magico seconda parte

 

Una storia natalizia come Polar Express, è in grado veramente di emozionare e lasciar fantasticare anche la mente meno avvezza a volare via dalla realtà. Noi per comodità abbiamo diviso in due parti il racconto per una storia che non smetterete di leggere fino alla fine:

 

Le renne erano eccitate, si impennavano e andavano al passo, facendo tintinnare le campanelle d’argento dei loro finimenti. Non avevo mai sentito un suono così magico. Gli elfi si scostarono e apparve Babbo Natale. Gli elfi lo acclamarono entusiasticamente.Venne verso di noi, mi indicò e disse: «Prendiamo questo ragazzo qui». Poi montò sulla slitta. Il capotreno mi aiutò a salire. Mi sedetti sulle ginocchia di Babbo Natale e lui mi chiese: «Be’, cosa ti piacerebbe per Natale»? Sapevo che avrei potuto avere qualunque regalo potessi immaginare. Ma nel suo sacco gigantesco quello che più volevo non c’era: ciò che volevo più di ogni altra cosa era una campanella della slitta di Babbo Natale. Quando gliela chiesi, lui sorrise. Poi mi abbracciò e disse a un elfo di tagliarne una dai finimenti della renna. Si alzò in piedi, tenendo la campanella in alto ed esclamò: «Il primo regalo di Natale!» Un orologio batté la mezzanotte mentre gli elfi approvavano a gran voce.

 

Babbo Natale mi porse la campanella, e io la infilai nella tasca della vestaglia. Il capotreno mi aiutò a scendere dalla slitta, mentre Babbo Natale gridava i nomi delle renne schioccando la frusta. Quelle balzarono in avanti e volarono in aria. Babbo Natale fece un giro sopra le nostre teste, e poi scomparve nel freddo, buio cielo polare. Non appena tornammo sul Polar Express, gli altri ragazzi chiesero di vedere il dono. Frugai nella tasca, ma sentii solo un buco: avevo perso la campanella della slitta di Babbo Natale. «Corri, vai a cercarla» disse un ragazzo. Ma il treno diede uno strattone e cominciò a muoversi. Stavamo tornando a casa. Ero molto addolorato per aver perso la campanella. Quando il treno arrivò a casa mia, lasciai gli altri ragazzi a malincuore. Dalla soglia li salutai con la mano.Il conducente disse qualcosa, ma il treno era in moto e non riuscii a sentirlo. «Cosa?» gridai. Mise le mani attorno alla bocca. «BUON NATALE!» esclamò. Il Polar Express fischiò poderosamente e sfrecciò via. La mattina di Natale, io e la mia sorellina Sarah aprimmo i regali. Quando ormai pensavamo di averli scartati tutti, Sarah trovò un’ultima scatolina dietro l’albero. C’era scritto il mio nome, e dentro c’era la campanella! E un biglietto: ‘L’ho trovata sul sedile della slitta. Ripara il buco nella tasca. Firmato: B.N. Scossi la campanella.Fece il suono più bello che io e mia sorella avessimo mai sentito. Però mia madre disse: «Oh, che peccato».«Già» aggiunse mio padre, «è rotta». Loro non l’avevano sentita suonare. Una volta la maggior parte dei miei amici poteva sentire la campanella, ma con il passare degli anni per ognuno di loro divenne muta. Perfino Sarah, un Natale, scoprì di non poter più sentire il suo dolce suono. Ma anche se io sono diventato vecchio, la campanella continua a suonare per me, come per tutti coloro che credono davvero”.

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