Il Natale 2011 in Asia: tradizioni e folclore

 

 

Tutti amano il Natale e tutti, o quasi, lo festeggiano ma non di certo allo stesso modo. Luci colorate e alberi di Natale sono riservati in particolare all’Europa, i festeggiamenti sotto il sole sulla spiaggia con Babbo Natale che arriva su una tavola da surf, invece, ricordano semplicemente l’Australia e in Asia non mancano tradizioni affascinanti ma diverse dalle nostre che adesso andiamo a scoprire.

Il pellerossa nel presepe: poesia di Natale o simpatica idea?

Il pellerossa nel presepe è una poesia di Gianni Rodari che spesso ci ha accompagnato con i suoi componimenti in questo blog. Sul Natale l’autore si è espresso tanto, raccontando di volta in volta avventure, sentimenti, emozioni e ricordi che sono un pò comuni a tutti quelli che vivono con gioia l’emozione della festa. Questa volta ci parla di un pellerossa sul presepe, una simpatica possibilità per modernizzare una immagine sempre uguale a se stessa della Natività e in fondo parlare per le rime anche di integrazione. Tra i pastorelli, infatti, poco spazio viene dato a popolazioni diverse, eppure a quei tempi in molti sarebbero stati disposti a mollare tutto e correre nella grotta per salutare il neonato, nonostante il lungo cammino.

Natale: Gesù Bambino e la fuga in Egitto

 

Un episodio chiave dell’infanzia di Gesù riguarda la fuga in Egitto, evento causato dalla decisione di Erode di fare  uccidere ogni primogenito, la famosa Strage degli Innocenti. In questo senso, si nota subito come la sua vita sia messa in pericolo, nulla a che vedere con il magico momento della nascita che oltre ad un fatto oggettivo rappresenta un momento dal carattere altamente spirituale. Un neonato che arriva riguarda un attimo di cambiamento per l’animo che nel nostro caso corrisponde al Natale. Dopo il 25 dicembre tutto torna alla normalità, ma a quei tempi nella vita di Gesù i problemi non erano finiti. Renzo Pezzani ci ha descritto perfettamente sensazioni ed eventi legati alla successiva fuga in Egitto che noi vi riportiamo:

Santa Claus: dove abita Babbo Natale?

 

E’ un mistero e ogni Paese ha la sua risposta in merito: dove si trova il villaggio di Babbo Natale? Se i bambini in merito a volte possono apparire confusi, i grandi non lo sono da meno, ma bisogna capire bene quale sia il suo recapito in quanto il Natale si avvicina ed è quasi ora di cominciare a pensare a scrivere una letterina a Santa Claus. Secondo gli abitanti degli Stati Uniti, ad esempio, Babbo Natale abita al Polo Nord e precisamente in Alaska, in Europa invece la credenza è del tutto differente e si dice che abbia la dimora nel villaggio di Rovaniemi, in Lapponia.E’ chiaro che non è finita qua, perchè nei Paesi orientali lui ha persino un nome diverso e si chiama San Basilio e abita a Cesarea. La confusione regna sovrana e non è facile capire come scoprire la verità.

Oh Happy Day: Natale è un giorno felice

 

Una delle canzoni di Natale più famose, di quelle che ti entrano in testa e non vanno più via è proprio Oh Happy Day. Dite la verità, anche se magari questa festa non vi fa impazzire e vi mette tristezza per il troppo consumismo che ormai ci sta intorno, in auto o sotto la doccia vi sarà capitato di canticchiarla. Il suo ritmo trascinante e le sue parole incanzalti ma sempre le stesse non si dimenticano, soprattutto perchè da noi, non appena entra dicembre ci pensano le pubblicità di panettoni a ricordarcela. Va bene così però, perchè ci sono tradizioni anche legate alle sette note che già da sole fanno il 25 dicembre. Che cosa sarebbe l’acquisto dei regali senza musica a tema di sottofondo? Un modo per evocare il periodo più bello dell’anno e per sorridere, in barba ai tanti problemi che ogni giorno ci affliggono. Viva Babbo Natale, il 24 dicembre e la nascita di Gesù Bambino che ci regalano nuova spiritualità e noi riprendiamo a cantare con il testo che sotto vi riportiamo:

Presepio: da dove deriva questa parola?

La parola presepe o presepio per utilizzare il termine più antico, deriva dalla parola latina praesepium, ossia “recinto chiuso”. Questo ci da l’idea di quanto antica sia la tradizione del Natale e di quanti personaggi anche storici ne abbiano parlato nei secoli. Tra i primi a descrivere questa festa e quello che si prova furono Luca e Matteo i quali narrarono della nascita di Gesù in una mangiatoia.

Natale: tra regali e albero natalizio

 

Il Natale è  per molti la festa più bella dell’anno ma, soprattutto, una suggestione, un felice moto dell’animo che troppi hanno provato a raccontare, qualcuno con successo altri meno. Tra di loro anche Henry Van Dycke che ha scritto una poesia che riprende proprio il 25 dicembre e che ricorda quanto presi dai nostri impegni, rischiamo di perderne il vero senso.Lo scrittore statunitense, infatti, ci invita ancora adesso, anno dopo anno, a farci trovare con animo rinnovato e a non pensare solo ai doni e all’albero natalizio. Sembra una frase fatta, eppure se ci pensate bene è molto importante: “voi con che spirito riuscite a vivere il Natale”? Quest’anno che è già quasi arrivato, provate a non dimenticarvi di voi stessi, di chi vi sta vicino e di scoprire il significato di questa manciata di giorni e non solo a livello religioso. La nascita di Gesù riguarda noi, ogni volta: un cambiamento, una crescita, un guizzo positivo dell’animo.

Auguri di Natale: quando sono nati i primi biglietti?

 

E’ uso comune nel periodo natalizio acquistare dei regali e sistemarli sotto l’albero con un bigliettino di auguri. In linea di massima questa alternativa serve anche a non scambiare il pacchetto e consegnarlo ad un’altra persona ma si tratta pure di una tradizione piuttosto antica che risale a tanto tempo fa e che ha originine nei secoli scorsi. Scopriamo insieme qualcosa in più sulla prima volta che qualcuno decise di scrivere ciò che sentiva accanto ad un cadeau da consegnare la notte della Vigilia e lo fece in modo più originale.