Gesù è nato ma non è un’epoca in cui è facile raggiungere un luogo o conoscerne esattamente la destinazione. Come potete immaginare, infatti, non ci sono telefoni o tecnologia varia e quindi ci si deve affidare al cielo. Ecco che proprio una stella è diventata famosa per aver indicato la strada e illuminato il cammino non solo dei Re Magi ma anche dei pastori che volevano portare il proprio saluto al Salvatore.
Una scena di grande amore e spiritualità che ogni anno riproduciamo nel nostre presepe e che ha un grande valore, anche se ormai finiamo per guardare la scena della Natività e soffermarci più su altri dettagli poco importanti, non ultimo la qualità e la bellezza dei pastori o il tipo di materiale utilizzato per creare la grotta.
La stella però non manca mai, in qualunque disegno della sua nascita che sia un presepio o una fotografia o, ancora, un disegno, a indicare quanto in effetti questo dettaglio ci abbia colpito. Del resto tale tradizione in molte famiglie comincia a scomparire a tutto beneficio del pagano albero di Natale, meno faticoso da preparare o tirare fuori. Un vero peccato perché i pastori e il contesto raccontato attraverso questa scena ci dicono molto sul periodo e su quello che ci si immagina sia successo quando la notizia dell’arrivo del piccolo bambino cominciò a girare. Ecco però una rima legata alla stella cometa grazie alla quale il neonato ha potuto ricevere il saluto di tutti:
UNA STELLA SULLA STRADA DI BETLEMME
di Boris Pasternak
Era inverno
e soffiava il vento della steppa.
Freddo aveva il neonato nella grotta
sul pendio del colle.
L’alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici stavano nella grotta.
Sulla culla vagava un tiepido vapore.
Dalle rupi guardavano
assonnati i pastori
gli spazi della mezzanotte.
E li accanto, sconosciuta prima d’allora,
più modesta di un lucignolo
alla finestrella di un capanno,
tremava una stella
sulla strada di Betlemme.