Natale: perché si fanno i regali?

 

Duemila anni fa, Gesù Bambino veniva alla luce, avrebbe amato il mondo così tanto da dare in seguito la sua vita. Un dono enorme e non solo per i cristiani, che in qualche modo rivive simbolicamente ogni anno con i regali. Si proprio quelli che ci scambiamo senza capirne troppo il motivo e ci fanno scervellare, spendere e occupare fin troppo tempo tra casse per pagare, parcheggio e traffico. Eppure noi ci muoviamo quasi come robot, ci piace l’idea soprattutto di ricevere un cadeau e parte della festa è legata proprio a tale passaggio la notte del 24 dicembre. Poco importa alla fine il motivo, quel che conta è il risultato.

Del resto, se dovessimo pensare a qualcosa di veramente importante per noi, più che ad un oggetto di poco valore dovremmo pensare a ciò che siamo. Il Natale è un attimo di totale rinnovamento, di felicità assoluta per ciò che abbiamo avuto fino ad oggi e di riflessione se vogliamo. Ormai però non abbiamo più tempo per fermarci un attimo a comprendere, è tutto automatico e poi nonostante siamo destinati a mangiare tanto e a prendere i chili, dopo l’estate potremo concederci qualche giorno di ferie.

Quante volte vi è capitato, dite la verità, di prendere dei doni al volo che poco vi entusiasmano per persone alle quali non siete molto legate? Ecco in quel momento, forse, si rompe la vera tradizione del Natale. Il dono non deve essere obbligatorio o costoso, ma sentito si. E’ come se si facesse qualcosa per qualcuno che abbiamo vicino. Il momento di condivisione è totale e non solo per chi vogliamo più bene. Il metro di paragone degli affetti ha un valore relativo, quando si mette al primo posto l’amore incondizionato: quello stesso che Gesù Bambino non ha esitato, dal suo primo momento di vita a regalarci.

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