Ci sono feste vissute con gioia e con la voglia di dimenticare problemi e guai. Nessun evento dell’anno probabilmente è più atteso e carico di aspettative del Natale. Oggi noi ci dividiamo tra doni, la preparazione dell’albero natalizio, la scelta del menù per il 25 dicembre e la visita agli amici più cari per gli auguri. Oggi come un tempo, c’è però chi soffre e non soltanto per via di malattie fisiche: qualcuno vive dei terribili moti dell’animo, altri hanno perso dei parenti e altri ancora sono in guerra. Non è una frase fatta, ma davvero in questi giorni un pensiero va rivolto anche a loro, indifesi e tristi e bisognosi di appoggio. Il Natale del resto è anche aggregazione, condivisione e amore.
Il Natale de guerra
Trilussa
Ammalappena che s’è fatto giorno
la prima luce è entrata ne la stalla
e er Bambinello s’è guardato intorno.
– Che freddo, mamma mia! Chi m’aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m’ariscalla?
– Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pè compralla…
– E l’asinello mio dov’è finito?
– Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
– Er bove? – Pure quello…
fu mannato ar macello.
– Ma li Re Maggi arriveno? – E’ impossibbile
perchè nun c’è la stella che li guida;
la stella nun vò uscì: poco se fida
pè paura de quarche diriggibbile…-
Er Bambinello ha chiesto:- Indove stanno
tutti li campagnoli che l’antr’anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c’è neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta…
– Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pè vangà la terra
adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la gente…
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi?-
Ner dì così la Madre der Signore
s’è stretta er Fijo ar core
e s’è asciugata l’occhi cò le fasce.
Una lagrima amara pè chi nasce,
una lagrima dòrce pè chi more…