Non c’è Natale senza le classiche partite a tombola o a carte. I più giovani, soprattutto, si riuniscono con gli amici già a partire dalla sera del 7 dicembre e tentano la fortuna senza esagerare, non limitando sorrisi e divertimento quando riescono a perdere quei pochi centesimi puntati. Non di rado, dopo cena, anche nella famiglie più numerose o dove c’è qualche invitato in più, si coglie l’occasione per dedicarsi a tale tipo di periodico passatempo, tanto per le chiacchiere c’è sempre tempo e ci si potrà pensare il 25 dicembre. Nella maggior parte dei casi, si cambia ad ogni partita, mentre ci sono poi gli affezionati del cartellone e dei numeretti estratti, come me. In questo caso si tratta, più che altro, di un felice ricordo di bambina.
Il gioco della carte, in verità, lo conosco poco e poi mi preoccupa perché non di rado è più facile svuotare il proprio portafoglio, soprattutto se non stai attento alle persone con cui fai la partita. Con la tombola i pericoli sono sempre limitati e, contrariamente alla massa non la trovo noiosa. Adoro soprattutto estrarre i numeri e qualche volta soltanto resto a controllare se i miei numeri sono stati “chiamati”. A fine serata, poi, si conta il piccolo gruzzoletto messo da parte a cominciare da qualche centesimo.
Devo dire che, se con me gioca mio padre, allora il discorso cambia. E’ così fortunato che non c’è storia e sono certa che segue meticolosamente le regole senza barare. Dopo le prime partite però stanca, perché zitto zitto porta a casa risultati insperati, peccato per lui che si tratti solo di piccole somme. Alla fine tutto si conclude con una fragorosa risata e senza che ce ne siamo accorti, siamo di nuovo pronti a sederci a tavola e mangiare magari ancora con i morsi della fame.