Natale, non solo regali: “i gioielli dei poveri”

Consumismo, regali e soldi molti dei quali sprecati: qual è il vero significato del Natale? A parte la nascita di Gesù Bambino che si ricorda in tale data, si tratta di un periodo di rinnovamento che tutti, o quasi, però abbiamo dimenticato e dovremmo ritrovare. Ecco perchè siamo infelici e scontenti: pensiamo solo al nostro benessere e ci dimentichiamo degli altri. A tal proposito, vogliamo riportare una favola natalizia legata proprio ai buoni sentimenti e all’altruismo, che vi riempirà di gioia e voglia di fare:

L’imperatore di Bisanzio Julianos Paravitas aveva inviato in Cappadocia un suo rappresentante per riscuotere le tasse. L’uomo di Bisanzio giunse dopo un viaggio sfibrante tra quelle vallate riarse e poverissime; radunò i capi delle comunità che lo consigliarono di rivolgersi a Basilio, l’uomo più stimato e amato dal popolo. Il problema infatti era grosso; come raccogliere denaro da gente che aveva a malapena da sostenersi col magro frutto di quella terra rocciosa e deserta? Basilio chiese tre giorni di tempo all’Inviato dell’Imperatore e andò a parlare con tutte le famiglie che vivevano nelle tipiche grotte della zona. Le tasse non le potevano pagare per la semplice ragione che di denaro, da quelle parti, praticamente non ne circolava. Consegnarono dunque a Basilio tutti quei piccoli oggetti di qualche valore che erano loro rimasti come testimonianza di tempi solo di poco migliori.Quando venne il terzo giorno e l’Inviato dell’Imperatore si trovò davanti agli occhi quei poveri oggetti, nella dura crosta che l’incarico amministrativo aveva formato dentro il suo animo, si aprì una crepa. Restituì a Basilio le piccole gioie che gli  aveva portato e decise di tornare a Bisanzio a mani vuote e di rischiare la collera dell’Imperatore. Basilio, appena  riuscì a riaversi dalla sorpresa di vedere un amministratore che si comportava in modo umano, si rese conto che non era più in grado di restituire oggetto per oggetto ai legittimi proprietari, perché al momento di consegnare il pegno come pagamento delle tasse, aveva mischiato tutto insieme. Per non far nascere litigi usò uno stratagemma; fece tanti pani quante erano le famiglie della comunità. In ogni pane racchiuse un gioiello, poi ad ogni famiglia consegnò un pane, raccomandando di tagliarlo in tante parti uguali quanti erano i componenti.

L’oggetto prezioso sarebbe diventato di proprietà di chi l’avesse trovato nella sua porzione. Da allora é rimasta la tradizione in Grecia di preparare a Natale un dolce molto semplice e di forma circolare, con una moneta al suo interno.L’ultimo giorno dell’anno il dolce viene diviso secondo l’antico rituale e chi trova nella sua porzione la moneta é considerato il fortunato della famiglia per tutto l’anno.

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