La lettera a Babbo Natale di Mark Twain, prima parte

Tra le lettere a Babbo Natale scritte in passato, c’è quella di Mark Twain che riportiamo per comodità in due parti e buona lettura:

Lettera a Babbo Natale

Palazzo di San Nicola

Nella Luna
Mattino di Natale

Mia cara Susie Clemens,

ho ricevuto e letto tutte le lettere che tu e la tua sorellina mi avete scritto per mano della vostra mamma e delle bambinaie; ho letto anche quelle che voi bambine mi avete scritto di vostro pugno. Perché, anche se non avete usato nessun carattere dell’alfabeto dei grandi, avete usato i caratteri che usano tutti i bambini di tutti i paesi della Terra e delle Stelle scintillanti; e poiché tutti gli abitanti della Luna sono bambini e usano solo quei caratteri, ben capite che posso leggere senza nessun problema i segni zigzagati e fantastici tuoi e della tua sorellina. Ho invece avuto problemi con le lettere che avete dettato alla mamma e alle bambinaie, perché sono uno straniero e non riesco a leggere bene l’inglese scritto. Vedrete che non mi sono sbagliato sulle cose che tu e la piccolina avete chiesto nelle lettere di vostro pugno. Sono sceso nel vostro camino a mezzanotte, mentre stavate dormendo, e ve le ho portate tutte e ho anche dato un bacio a tutte e due perché siete della brave bambine, beneducate, gentili e tra le più obbedienti che abbia mai visto. Invece nella lettera che avete dettato ci sono delle parole che non sono riuscito a capire bene, e una o due piccole richieste che non ho potuto esaudire perché abbiamo finito le scorte. Il nostro ultimo lotto di mobili da cucina per bambole è appena andato a una poverissima bambina lassù sulla Stella Polare, nel freddo paese in cima al Grande Carro. La tua mamma potrà mostrarti quella stella e tu dirai “Piccola Fiocco di Neve (perché così si chiama quella bambina), sono felice che tu abbia ricevuto quei mobili, perché ne hai più bisogno di me”. Meglio ancora, glielo scriverai con le tua mani e Fiocco di Neve ti risponderà. Se glielo dicessi soltanto, non ti sentirebbe. Scrivi una lettera sottile e leggera, perché la distanza è grande e l’affrancatura molto cara.

Nella lettera della tua mamma c’erano una o due parole di cui non sono sicuro. Credo che vogliano dire “un baule pieno di vestiti delle bambole”. E’ così? Questa mattina verso le nove passerò dalla porta della tua cucina per chiedertelo. Ma non dovrò vedere nessuno e parlare con nessuno, tranne te. Quando il campanello della porta della cucina suonerà, George dovrà essere bendato e inviato ad aprire la porta. Quindi dovrà tornare in sala da pranzo o in dispensa e portare con se’ la cuoca. Devi dire a George di camminare in punta di piedi e di non parlare, altrimenti un giorno o l’altro morirà. Quindi dovrai salire nella stanza dei bambini e salire su una sedia o sul letto della bambinaia, accostare l’orecchio al portavoce che va in cucina e quando io ci fischierò dentro dovrai parlare nel tubo e dire “Benvenuto, Babbo Natale!”. Io allora ti chiederò se quello che hai chiesto è un baule o no. Se dirai di sì, ti chiederò di che colore lo vuoi. La mamma ti aiuterà a scegliere un bel colore e poi mi dovrai dire in dettaglio ogni cosa che il baule dovrà contenere. E quando io dirò “Arrivederci e buon Natale, mia piccola Susie Clemens”, dovrai dire “Arrivederci buon vecchio Babbo Natale, grazie mille e dì per favore alla piccola Fiocco di Neve che staserà guarderò la sua stella e lei dovrà guardare quaggiù. Io mi troverò alla porta-finestra a ovest; e ogni serata limpida guarderò la sua stella e dirò ‘io conosco una persona lassù e le voglio anche bene’”. Poi dovrai scendere in biblioteca e far chiudere a George tutte le porte che danno sull’ingresso principale e tutti dovranno stare in silenzio per un pochino. Io andrò sulla luna a prendere le tue cose e dopo qualche minuto scenderò nel camino che da’ nell’ingresso, perché capisci che, se quello che desideri è un baule, non riuscirei a farlo passare, grosso com’è, nel caminetto della stanza dei bambini.

 

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