Il dialetto siciliano è carico di sfumature e nel periodo natalizio si sono sempre moltiplicate le poesie e i canti a tema, soprattutto quelli dedicati alla Natività. Del resto un evento così particolare, che viene ricordato per convenzione, ogni anno, il 25 dicembre e la notte del 24, non poteva passare inosservato e la tradizione popolare ha voluto riprenderlo con rime e note. Ecco ad esempio la nascita du bambineddu, altrimenti detto la nascita del bambinello, che vi vado a tradurre:
La nascita du bambineddu
Quannu nta lu munnu si sparsi la nutizia c’ avia nascitu lu Bambineddu, nta la rutta e dintra na manciatura, lu picuraru, la lavannara, lu lignamaru, e tutti libuoni genti si parteru pi purtarci quarchi cosa. Lu picuraru ci purtau na fascedda china di ricotta. La lavannara li panni e li fasci e lu lignamaru un mazzu di ligna.
Tutti si parteru. E si parteru puru li tri Re di l’ oriorenti chi foru portati nta la grutta di la stidda chi c’ insignava lu caminu. Li tre Re purtaru unu oro, l’ a utru incenzu e l’ autru mirra. E dopu chi dettiru a la Marunna tutti ddi cose, foru sempre felici e cuntenti.
La nascita del Bambinello
Nel momento in cui in tutto il mondo cominciò a spargersi la notizia, che era nato il Bambino Gesù, in una grotta e dentro ad una mangiatoia si fecero strada i fedeli: il pecoraio, la lavandaia, il falegname e tutte le brave persone che sono partite immediatamente dalla loro casa. Ognuno ha portato qualcosa. Il pecoraio ha portato un contenitore carico di ricotta fresca. La lavandaia i panni e il falegname un pò di legna.
Tutti si sono avviati verso la grotta. Si sono avviati pure i tre Re dell’Oriente che furono portati nella grotta dalla Stella che segnava loro il cammino. I tre re portarono uno l’oro, l’altro l’incenso e il terzo la mirra. Dopo che ebbero dato alla Madonna tutte le loro cose, furono per sempre felici e contenti.