La favola dell’omino di neve: un racconto a misura di bambino

L’omino di neve è una favola natalizia per bambini molto famosa che noi vi riportiamo per farvi entrare meglio nello spirito natalizio. Il 2011, promette di essere carico di regali e novità e basta parlare di crisi economica, con le dovute attenzioni a non sprecare troppi soldi, è ora di divertirsi e di rilassarsi leggendo storie e racconti a tema:

Natale si avvicinava. La neve quell’anno era caduta in abbondanza, ed il lago che d’estate appariva come un tondo occhio azzurro rivolto verso il cielo, era diventato un tondo tappeto immacolato. I due villaggi sulle sponde opposte erano quasi spariti nella neve perché i tetti, come grandi cappelli bianchi, nascondevano le case. In uno dei due villaggi i bambini avevano fatto un bellissimo Omino di neve. Nell’altro villaggio le bambine avevano fatto una bellissima Donnina di neve. Infatti si narra che a Natale, quando batte l’ultimo rintocco di mezzanotte, l’Omino e la Donnina diventano vivi e giocano insieme andando a curiosare nelle finestre delle case dove dormono i bambini e mangiano i dolci che i bambini hanno preparato per loro sul davanzale. L’Omino era bello grasso e fiero del suo cilindro e della sua scopa brandita come una bandiera. Aveva due occhi di carbone, molto penetranti, un naso rosso carota e denti fitti. La Donnina non era da meno; in testa un gran fazzoletto rosso con toppe a fiorellini e un grembiulone che sottolineava le sue forme opulente. L’Omino e la Donnina aspettavano felici la notte di Natale, ansiosi di incontrarsi. E venne il grande momento. Un campanile suonò il primo rintocco. Ovattato dalla distanza e dalla neve, rispose il primo rintocco dell’altro campanile al di là del lago. L’Omino e la Donnina contarono puntigliosamente fino a dodici, poi cominciarono a sgranchirsi le gambe per andare uno incontro all’altra. Si misero in cammino; il percorso non era lungo perché il lago non era grande, ma la loro mole non permetteva un’andatura scattante. Così, calmi calmi, arrivarono alla parte opposta del lago. L’Omino si guardò intorno e… non vide nessuno ad aspettarlo. La donnina si guardò intorno e… non trovò l’Omino.

L’Omino era perplesso. La Donnina era perplessa. L’Omino pensò un poco e decise che la Donnina doveva aver compiuto il percorso lungo l’altra sponda. La donnina fece altrettanto. ” L’aspetterò qui senza muovermi” pensò l’Omino. La stessa cosa fece la Donnina. Aspetta, aspetta il tempo passava e non succedeva nulla. Sapevano di avere soltanto quella notte per incontrarsi e stare insieme. Sapevano che l’incantesimo sarebbe cessato alla prima luce dell’alba. Dopo molta attesa, l’Omino decise di tornare sui suoi passi dalla parte opposta di quella per la quale era venuto.E la Donnina fece altrettanto. Arrivarono così al punto di partenza e di nuovo si trovarono soli. A questo punto, se avessero avuto un cuore, avrebbe cominciato a battere in fretta. Invece si rimisero in cammino con il loro passo goffo e ricominciarono a cercarsi. Le ore della notte passavano. Finalmente la fortuna li aiutò e si incontrarono. L’Omino disse: ” Come sei bella!”. La Donnina disse: ” Come sei bello!”. Già la notte cominciava ad essere meno scura e nell’aria si indovinavano le prime luci del giorno.

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