Il Natale in Cile, come si festeggia?

Il Cile così lontano e così vicino per abitudini nel corso della festa più bella dell’anno. Si perché le differenze con i festeggiamenti italiani non sono eccessive e questo è un motivo in più per raggiungerlo durante il periodo della fine dell’anno. Nel Paese del Sud America, infatti, c’è una spiccata cultura cattolica e le tradizioni quindi sono piuttosto simili alle nostre. Qualche differenza però c’è: scopriamola insieme.

Il primo dato fondamentale è atmosferico, nel senso che in Cile dicembre corrisponde al periodo estivo, per cui scordatevi la neve e immergetevi in un contesto ben differente. Nelle piccole città soprattutto, poi, scatta davvero un periodo di rinnovamento che porta i cittadini a preoccuparsi dei più bisognosi e cercare di aiutarli. Si fa attenzione a non lasciarsi andare troppo al consumismo e si aspetta comunque, la notte del 24 dicembre el Viejo Pascuero, Babbo Natale e ovviamente i bimbi non stanno nella pelle perchè sperano di ricevere i giocattoli che tanto hanno desiderato durante l’anno.

La stessa sera, si attende la nascita di Gesù Bambino festeggiando con parenti e amici e restando insieme almeno fino a mezzanotte quando si celebra la messa del gallo e si torna tra le quattro pareti domestiche per attendere l’alba. Il 25 ovviamente c’è un gran silenzio perché tutti dormono e ci si alza tardi e a pranzo ancora tutti insieme ad abbuffarsi, proprio come in Italia. Di solito si prepara l’arrosto e si manda l’agnello. Il 26 invece non si ricorda Santo Stefano e si lavora e solo il 31 si tornerà a riunirsi. Il 6 Gennaio, infine, si ricordano i Re Magi che portarono i loro doni a Gesù superando tante difficoltà e seguendo la Stella cometa. Pure in questa data si ricevono dei doni, prima di ricominciare con la scuola e in generale si tratta di giorni molto gioiosi per i grandi e i piccini, per restare insieme e riposarsi un pò.

 

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