Il Dolce Natale di Ada Negri e dei bambini di tutto il mondo

 

Ada Negri, scrittrice a poetessa italiana si è dedicata anche al Natale, un momento per lei molto intenso anche se veniva da una famiglia povera. Del resto si sa che chi non vive in condizioni agiate apprezza ancora di più questi momenti di aggregazione familiare. Qualcuno oggi detesta l’estremo consumismo che sta intorno al 25 dicembre ma in fondo se si sa scoprire l’essenza vera del momento, senza badare a doni e a spese, l’animo ne guadagna davvero. Ecco uno dei suoi componimenti più intensi:

Ritorno per un dolce Natale

Disse la madre: Lasciate socchiusa la porta, ch’egli verrà.
Fu lasciata socchiusa la porta: egli entra, disceso dall’eternità.
Per strade di neve e di fango gli fu guida la stella in cammino
nei cieli sol quando rinasce, dentro una stalla, Gesù Bambino.
Riaccosta l’uscio in silenzio, appende in silenzio il gancio al mantello
(fiori e bruciacchi di schrapnell nella divisa ridotta un brandello:
ma ben calca sugli occhi l’elmetto, che la fronte non sia veduta,
e siede, al suo posto, nel cerchio della famiglia pallida e muta.
-Mamma, perché non ti vedo la veste di raso dal gaio colore?
– E’ in fondo all’armadio, è in fondo all’armadio:
domani la metto, mio dolce amore.
– Babbo, perché così curvo, perché tante rughe intorno ai tuoi occhi?
– Son vecchio, ormai: vecchio e stanco; ma tutto passa, se tu mi tocchi:
– Sorellina dal piede leggero, perché un nastro nero fra i riccioli biondi?
– T’inganni, ha il colore del cielo, ha il colore dei mari profondi.
Intanto, dalle campane della Messa di Mezzanotte
gigli e gigli di pace e d’amore fioriranno nella santa notte.
Ed ecco al “Gloria” drizzarsi nell’alta e sottile persona il soldato,
togliendo dal capo l’elmetto, piamente, con gesto pacato.
Scoperta arderà in mezzo alla fronte l’ampia stimmate sanguinosa:
corona di re consacrato, fiamma eterna, divina rosa.
Ma sotto il diadema del sangue egli il capo reclinerà
come chi nulla ha dato, come chi nulla avrà.

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