La filastrocca dei Re Magi

 

Reali misteriosi anche se la loro storia è ben spiegata, vestiti con abiti eleganti e pronti a portare i loro doni a Gesù Bambino. Armati soltanto di un amore immenso, senza conoscere la strada e guidati dalla stella cometa, pura sapendo a quanti e quali pericoli andavano incontro non si sono mai persi d’animo. Un vero simbolo e un modello di comportamento il loro in tutte le epoche e, alla fine, i loro sacrifici sono stati premiati. Sono riusciti, quindi, a regalare al neonato divino oro, incenso e mirra e a celebrare al meglio il lieto evento.

Intorno alla loro figura, ovviamente, sono nati tanti miti, leggende e poesie. Tutti gli scrittori che si sono dedicati al Natale, prima o poi, si sono lasciati conquistare da questi elementi chiave nella storia della Natività e ne hanno descritto i vari aspetti percepiti. Perché sentivano di doversi avvicinare così tanto al neonato? Erano fortemente religiosi e hanno dimostrato il loro fervore? Vengono rappresentati sempre con lunghi mantelli molto eleganti che dimostrano il loro rango e per i tre, Baldassare, Gaspare e Melchiorre sembra non essere trascorso un faticoso viaggio, tanto sembrano perfetti e riposati. L’obiettivo raggiunto, probabilmente, ha regalato loro una immagine radiosa, la stessa che poi arriva a noi ai giorni nostri. Ecco, a tal proposito, una filastrocca a tema:

Re Magi

Era una notte azzurra
con tante stelle in cielo;
sopra le dune sparse
palme dal lungo stelo.
Dolce silenzio. I Magi
sopra cammelli bianchi
seguivan la cometa…
felici e un poco stanchi.
Venivan da lontano,
da regni d’oltremare,
scrutavan l’orizzonte
desiosi d’arrivare.
Ecco Betlemme alfine;
ecco, nella capanna,
un tenero Bambino
in braccio alla sua Mamma.
I vecchi Re si prostrano
e ognuno di loro
offre un suo dono splendido:
incenso, mirra e oro.
Cantano intorno gli angeli:
“All’umile Giudeo
s’inchinano i potenti:
Gloria in excelsis Deo!” 

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