I regali di Natale, poesie e ricordi

Che Natale sarebbe senza di doni sotto l’albero? Il 24 dicembre e i giorni che seguono, sono ormai così carichi di tradizioni che non potremmo di certo farne a meno. Ce li aspettiamo, da chi ci vuole bene e anche dai semplici conoscenti e a volte non sappiamo nemmeno perché ce li stiamo scambiando, ma va bene così. E’ una visione forse fin troppo romantica e consumistica del periodo, ma nel tempo ci siamo abituati a scartare i nostri pacchetti e da questo punto di vista sembriamo non crescere mai. Non dite che non vi importa di poterli scoprire togliendo la carta della confezione: tutti aspettano con ansia di finire il cenone per divertirsi e sorridere accanto ai simboli della festa. Non si spenderà tanto, soprattutto adesso che c’è la crisi, ma quei rituali non possono sparire e fanno parte della nostra vita più di quanto pensiamo. Ecco perché nel tempo, i doni natalizi sono stati pure fonte di ispirazione per poesie e componimenti d’autore. Rime baciate o semplici letture che riportano direttamente alla nostra mente, quella sottile emozione che ci coglie impreparati ogni anno.

Canti religiosi del 25 dicembre

 

Ecco una selezione di canti per il 25 dicembre. Li ascolterete certamente, come ogni anno, in chiesa durante la Santa Messa. Voi ci andate vero, prima del buonissimo pranzo?

Natale: perché si fanno i regali?

 

Duemila anni fa, Gesù Bambino veniva alla luce, avrebbe amato il mondo così tanto da dare in seguito la sua vita. Un dono enorme e non solo per i cristiani, che in qualche modo rivive simbolicamente ogni anno con i regali. Si proprio quelli che ci scambiamo senza capirne troppo il motivo e ci fanno scervellare, spendere e occupare fin troppo tempo tra casse per pagare, parcheggio e traffico. Eppure noi ci muoviamo quasi come robot, ci piace l’idea soprattutto di ricevere un cadeau e parte della festa è legata proprio a tale passaggio la notte del 24 dicembre. Poco importa alla fine il motivo, quel che conta è il risultato.

Il Natale: Gesù Bambino o i regali?

 

La domanda, in verità sorge spontanea. Si perché sin da bambina ho avuto dei dubbi. Quando si è piccoli, ti mostrano giustamente l’aspetto profondo e spirituale di un evento. In giro però sei già in grado di vedere che tutti si occupano di altro e allora sorge in te un pò di confusione. Lo stesso avveniva una trentina di anni fa, durante la mia prima infanzia. La mamma e tutti i miei familiari in generale, mi mostravano immagini di Gesù appena nato, mi dicevano di pregarlo e di ricordarlo perché era da poco venuto alla luce e il 25 dicembre rievocava l’evento. A scuola, poi, ci facevano studiare poesie a tema e non di rado veniva organizzata qualche simpatica recita, ancora più bella se svolgevo uno dei ruoli protagonisti.

Natale: per l’albero oso

Vi dirò, sono stanca del solito albero “politicamente corretto”, nel senso che per accontentare tutti in famiglia mi limito a mischiare i quattro colori classici: rosso che fa già Natale, blu, oro o argento. Questa volta voglio osare che poi è una parola grossa, perché in fondo i toni accesi si usano già da tempo. Se fossi davvero trasgressiva, dovrei pensare ad altri tipi di addobbo, che pure non escludo a priori. Qualcuno preferisce i biscotti sull’alberello, ma poi finiscono per essere mangiati prima. Altri mettono dei pensierini, ma il desiderio di leggerli porta il simbolo natalizio a disfarsi prima del tempo. Ci sono poi le persone che pensano con largo anticipo al fai da te e lo rendono splendido. Io non credo di averne il tempo, anche se mi piacererbbe far qualcosa di particolare, ma su una decisione non torno indietro: voglio colore, voglio dettagli diversi. Voglio un Natale a modo mio.