Ha lasciato molto della sua arte al Natale, Gianni Rodari, ma questo componimento ci era proprio sfuggito. Ecco la Freccia Azzurra dedicata alla Befana:
La Freccia Azzurra
La Befana, come lei sa,
a Piazza Navona se ne sta
e noi stavamo, lei non lo ignora,
nelle vetrine della signora.
E’ un negozietto come tanti,
con una scritta sul davanti.
Ci vanno le mamme, i babbi, i nonnini
ad ordinare i regalini.
La signora, quand’è la sua festa,
mette i doni nella cesta
e li porta volando in aria
con la sua scopa straordinaria,
una scopa nuovo modello
col manubrio e il campanello;
li porta ai bimbi che li hanno ordinati
e che li aspettano sognando beati
e a capo del letto, per la Befana
hanno appeso la calza di lana.
Ma la Befana, cara vecchietta,
ha la memoria piuttosto imperfetta…
una memoria un po’ così
che non ricorda da qui fin lì.
Essa inoltre ha un segretario,
un tipo pignolo e abitudinario,
che appena passata è l’Epifania,
fa le fatture e le manda via,
ossia manda il conto da pagare
come se un dono fosse un affare;
e lui, che memoria! è sorprendente
non si dimentica un cliente!
Così, per queste e per altre ragioni,
molti bimbi son senza doni.
Ce n’era uno, un ragazzetto,
innamorato del treno diretto
che davanti alla vetrina
passava quasi ogni mattina,
spargendo molti lacrimoni
per la macchina e per i vagoni.
Si chiama Francesco, ci siamo informati,
è figlio di poveri disoccupati
che un treno elettrico, manco a pensarlo,
non potrebbero comperarlo.
Per questo, signore, siamo scappati
abbiamo i vetri rosicchiati
e abbiamo deciso senza meno
di andar da Francesco con tutto il treno.
La Befana avrà pazienza,
lei di certo non resta senza,
ha un magazzino e uno scantinato
pieni di giochi da togliere il fiato.