Mi chiedo davvero come sono riuscita a scoprire la verità. Chi mi ha detto che Babbo Natale non esisteva? Sono riuscita a rendermene conto da sola? Quel che è certo è che non ne sono rimasta per nulla traumatizzata. Il dato curioso è che mi ricordo davvero tutto della mia infanzia, tranne questo dettaglio che ho superato tranquillamente. In fondo mi importava solo di ricevere i regali che chiedevo: che importava chi li portava e in che modo? Oggi però ci sono ancora tanti piccoli che giustamente attendono Santa Claus la notte del 24 dicembre. Sanno che arriverà accompagnato dalle renne, che non risparmierà sacrifici a questi animali e a se stesso, ma alla fine come sempre completerà il suo giro e porterà ai bambini di tutto il mondo i doni.
Prima o poi qualcuno dirà loro la verità e magari si sentiranno presi in giro, allora quando precedere tutti? In effetti non è una risposta facile da dare. Nella prima infanzia è carino non farli piombare subito nella realtà. Vivranno questa festa con maggiore trepidazione e impareranno a sognare. Con l’età, piano piano si potrà indirizzarli verso la strada giusta e fare in modo che non sia traumatico saperlo da un giorno all’altro.
Del resto quel nonnetto dalla barba bianca e vestito di rosso, sempre generoso e sorridente, diventa uno di famiglia e può essere un duro colpo rendersi conto che fa parte di un mondo, quello della fantasia, destinato a non avere nulla a che fare con la vita di tutti i giorni. Importante sarà poi far capire loro che il Natale è anche altro. Che la nascita di Gesù Bambino è il vero motivo per cui si festeggia tutti insieme, che decorare la casa e preparare l’albero di Natale saranno comunque riti assicurati e che il cenone non sparirà dalle abitudini familiari. Alla fine, dovrebbe andare tutto bene.