Lo senti ovunque, sembra quasi un eco che si moltiplica nell’aria, non appena si avvicina la festa. “Buon Natale” si augura a chi ci si trova vicino e si conosce da tempo. “Buon Natale a te e ai tuoi familiari” è la risposta più comune e mentre ti avvii alle casse per pagare i doni per i tuoi cari, ti rendi conto che un altro anno è passato e neppure i soldi che mancano o i problemi quotidiani riescono a fermare la voglia di far festa. Il risparmio è dietro l’angolo e più che doni si parla davvero di “pensierini”, ma sulle parole che per fortuna non si pagano, si può essere generosi. Questo anche perché a fine anno, in fondo, sono tutti in giro ed è facile incontrare qualcuno che non si vede da tempo, anzi è impossibile filare liscio da un negozio all’altro.
Il dramma è che si rischia anche di vedere chi proprio non si voleva incrociare e allora nasce il quesito: che faccio mi fermo e fingo sorpresa o passo dritto velocemente come se non mi fossi accorta? In questo caso, poi, arriva il senso di colpa: “A Natale si è tutti più buoni, perché proprio io devo essere cattiva“: Il mondo dell’ipocrisia viene fuori del tutto insomma e si sorride nonostante tutto, fingendo di trovarsi in un mondo perfetto, con persone amabili e in un microcosmo senza problemi.
Sarebbe bello, ma la favola costruita da noi ha inizio e fine con il 25 dicembre ed è tutta racchiusa in un semplice e, a volte, sentito: “Buon Natale“, magari di corsa tra un acquisto e l’altro. Tanto non riuscirete a scappare: gli auguri vi arriveranno anche per telefono, via sms, per lettera, per mail e anche la vicina di casa diventerà più affettuosa, in una isteria collettiva che, dite la verità , in fondo un pò piace anche a voi.