L’albero dei poveri e le decorazioni di Natale

Neve, freddo, un camino acceso, dei regali, gente che festeggia, il presepe, l’albero di Natale e una tavola imbandita di ogni bene. Vi presento la festa più bella dell’anno. In fondo sempre uguale, con i medesimi riti, ma anche chi dice di odiarlo, in verità attende che tutto questo accada di nuovo, magari con una punta di consumismo in meno che si trasforma, invece, in consapevolezza. E’ una ricorrenza in cui è l’amore a farla da padrone, in tutte le sue forme e curiosamente per qualche secondo, riusciamo anche a fermarci e ad apprezzare ciò che abbiamo. Questo almeno prima di essere presi da abbuffate e soprattutto regali e dimenticare ogni buon proposito.

Questi simboli sono ovunque, così come l’albero di Natale. Interessa i ricchi e i poveri, con la sola differenza che nel primo caso gli addobbi potrebbero avere un maggiore valore economico. La cura e il gusto per le decorazioni, invece, non conosce portafoglio: è frutto di esperienza, stile personale e, soprattutto, passione nel fare in modo che ogni dettaglio sia perfetto per la festa che ricorda la nascita di Gesù Bambino. Come un matrimonio, si cura nei particolari per poi diventare un oggetto di arredo momentaneo poco guardato dopo la notte del 24 dicembre. Tanti preparativi, poco tempo per goderlo al meglio, ma tutto il tempo che vogliamo per sentirci persone nuove e migliori.

L’albero dei poveri

Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bimbi è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.

Che strani fiori, che frutti buoni
oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi dal pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavallo che spicca il salto.
Quasi lo tocco…

Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero dei poveri sul vetro è fiorito:
io lo cancello con un dito.

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