Nonostante sia un simbolo che ha radici diverse da quelle tipicamente cristiane, nel periodo delle feste una dimora senza albero di Natale, appare triste e spoglia. Ecco perchè nelle case degli italiani non manca praticamenta mai, insieme all’ormai onnipresente Babbo Natale che si arrampica al balcone, mentre è più facile non notare il presepe, seppure solo con la classica scena della Natività. L’immagine dell’abete, specialmente se sempreverde, rappresenta innanzitutto il rinnovarsi della vita, il ciclo delle cose e la continua rinascita di tutto ciò che si trova in natura. Era già presente nel mondo antico e soprattutto nel Medioevo e, nel corso dei secoli, la religione cristiana lo ha assimilato.
Di sicuro si sa soltanto, che almeno la tradizione moderna di mostrarlo nei giorni che precedono e seguono la festa del 25 dicembre, ha avuto origine nella Germania del XVI secolo. Nel 1570, secondo una cronaca di Brema, sembra che si cominciò a riempirlo di decorazioni natalizie e con mele, noci, datteri e fiori di carta. Tuttavia, è la città di Riga a proclamarsi tra le sedi del primo albero di Natale della storia, tanto che vi si trova una scritta in otto lingue, secondo cui il “primo albero di capodanno” fu addobbato nella città nel 1510.
Nel medioevo, invece, il 24 dicembre in Germania, si praticava il “gioco di Adamo e di Eva” che prevedeva la sistemazione nelle piazze di alberi ricchi di accessori a ricordare il Paradiso. Si passò, dunque, ben presto agli abeti perchè per il popolo avevano una valenza “magica” e la capacità di non ingiallire mai durante il corso dell’anno. Dopo essere rimasta appannaggio delle città a nord del Reno, la scelta dell’albero di Natale, cominciò a diffondersi nelle case di gran parte del mondo divenendo una comune usanza di Natale. A Roma, invece, è molto suggestivo quello che viene innalzato in Piazza San Pietro, gigantesco e carico di addobbi natalizi.