Si avvicina il Natale 2010 e torna la Pigotta dell’Unicef, la bambola di pezza che salva la vita a migliaia di bambini in Africa centrale e occidentale. Oltre 700 piazze in Italia, proporranno per tutto il periodo di festa questi elementi simbolici, realizzati da nonni e bambini del Belpaese. Il loro costo è di 20 euro, una cifra che permette all’ente benefico di garantire ai piccoli le cure, tramite un kit salvavita. Per noi che anche senza portafoglio pieno riusciamo a spendere tale somma, è un piccolo gesto, ma per chi vive in questo continente povero si tratta della possibilità di cambiare totalmente la propria posizione esistenziale, guadagnando una salute sempre a rischio. Del resto, pensandoci bene è pure una idea regalo divertente e certamente gradita da grandi e piccini, soprattutto dopo averne scoperto il valore umanamente tanto elevato.
All’interno del kit, si trovano indispensabili vaccini che servono a combattere malattie gravi come la difterite, la pertosse e il tetano; ancora, vaccino antipolio o contro il morbillo, capsule di vitamina A, sali per la reidratazione orale contro la diarrea acuta, antibiotici contro le infezioni respiratorie acute; zanzariere trattate con insetticida per prevenire il rischio di malaria. Non meno importante è, poi, l’assistenza fornita alle madri nel corso dell’intera gravidanza e durante il parto.
Novità in arrivo quest’anno, comunque, anche per le Pigotte, grazie ad una nuovissima collaborazione con Explora e Mu.Ba, il Museo dei bambini. In occasione del Natale 2010, quindi le bambole di pezza saranno acquistabili pure in versione “eco” e denominate, per l’appunto, Green Pigotte. A realizzarle sono stati, ancora una volta, i più piccoli che hanno preso parte ai laboratori organizzati dal Museo Explora di Roma e dal MU.BA.Remida di Milano, il centro per il riuso creativo dei materiali di scarto.
Inoltre, fino al 5 dicembre, Explora Museo dei Bambini di Roma, i bambini potranno partecipare ai laboratori di Green Pigotte per realizzare sei maxi bambole, con l’uso di materiali di recupero.