Da anni, ormai, si fa strada una nuova tendenza, quella di giocare a tombola aggiungendo i regali, ma lasciatemi dire che una quindicina di anni fa, eravamo in pochi ad adottare questo metodo. Nella mia famiglia eravamo davvero tanti e quasi tutti bambini, visto che i fratelli dei miei genitori erano, messi insieme, almeno una ventina. I piccoli, si sa, poco valore danno ai soldi e così le zie più intuitive hanno pensato di inserire i doni. Una usanza comoda se vogliamo, perchè si ha il tempo durante tutto l’anno di cercare il cadeau giusto e toglie l’imbarazzo della decisione di quanto “puntare”.
Il diverbio, infatti, è sempre vivo tra chi vuole risparmiare e non solo in tempi di crisi e chi, invece, si rifiuta di giocare se deve guadagnarci, al limite, solo pochi centesimi. Se nei primi tempi tra ambo, terno, quaterna, cinquina e tombola si racimolavano bambole, soldatini, portafoto e, così via dicendo, pian piano si è fatta strada una tradizione meno gradita: quella del riciclo. Alla fine, si vincevano delle stupidaggini assurde che però ci hanno fatto riscoprire il sano e semplice divertimento.
L’attesa si è fatta ancora più spasmodica perchè quando qualcuno urlava dicendo di aver trovato sulla propria cartella dei numeri in sequenza, la risata partiva spontanea e tutti pensavano “che troverà mai di tanto stupido in regalo?”. Ricordi simpatici che, a sorpresa, mi ritrovo nella mente con un pizzico di nostalgia. Eppure allora avevamo finito per rimpiangere i pochi centesimi in fondo ad un tavolo pronti a finire nelle tasche di chi possedeva i numeri nominati sul “tombolone”. Adesso giochiamo di rado in questo modo perchè siamo tutti cresciuti e pochi sono diventati genitori ma, volete sapere come è finita poi? Nessuno ha più voluto rinunciare a nulla e abbiamo inserito sia i doni “per ridere” che i soldi, per la gioia di tutti.