Una favola tradizionale sulla Befana, la simpatica vecchina vestita di stracci che porta dolcetti e carbone ai bambini il sei gennaio. Eccola per voi:
I Re Magi, in quella notte fredda e tempestosa, seguendo la scia di una cometa luminosissima, si recavano sui loro cammelli verso la grotta dove era nato un bimbo straordinario.
Recavano in dono oro, incenso e mirra.
Fu nei pressi di un piccolo corso d’acqua, dove i cammelli testardi e ieratici si impuntarono per abbeverarsi(perchè, sapete, non è che sia proprio vero che questi pazientissimi animali non bevano mai…), che i Re Magi incontrarono una donna dall’aria sveglia e curiosa.Si chiamava Caterina, era vivace e allegra, ma soprattutto piena di buon senso e voglia di partecipare a quell’evento straordinario di cui si parlava tanto in giro .
E sì, non c’era la televisione, ma certo un fenomeno come la Cometa che correva dritta verso un punto del cielo sopra un luogo che doveva diventare uno dei più celebri di tutti i tempi, non passava certo inosservato, soprattutto quando coincideva con una profezia che era sulla bocca di tutti.
Caterina squadro’ la piccola processione di questi dignitosissimi,inappuntabili, seriosissimi nobiluomini e inizio’ a fare mille domande, su come, dove, quando eccc…
Caterina, invero, era una donna allora molto accattivante e i Re erano, in fondo uomini non propriamente indifferenti al fascino dell’eterno femminino, cosi’ attaccarono discorso di buon grado.
Fini’ cosi’ che si ritrovarono con Caterina che curiosava nelle bisacce dei doni.
“Ma cosa sono queste cose? -esordi’ la donna, ormai arrivata ad un grado di confidenza totale -“oro, incenso, mirraaa?? Ma cosa se ne fa un bambinello infreddolito nella sua mangiatoia? Ha bisogno di ben altro…mmmmhhh, ci penso io.”
Si sfilo’ una delle sue lunghe calze, la riempi’ della cenere calda del fuoco che aveva acceso nei pressi e dentro la cenere sistemò per bene alcuni pezzi di carbone.
E voilà, una semplice, rudimentale stufetta, per altro efficacissima , una manna( tanto per restare in una terminologia biblica) per un fantolino esposto al freddo e al gelo.
Caterina entrò così nella leggenda, per altro solo italiana e nel tempo prese le sembianze di una vecchia un pò scorbutica, generosa e in fondo misteriosa, insomma… la Befana.