Sono già trascorsi trenta anni da quando in Sicilia e per la precisione nella borgata trapanese di Custonaci ha cominciato a svolgersi una manifestazione nota dovunque per la cura dei dettagli e l’attenzione nella ricostruzione della scena della Natività. Nel presepe vivente non ci sono soltanto degli attori in abiti dell’epoca, ma si respira una atmosfera d’altri tempi, il pathos viene fuori in tutta la sua potenza comunicativa e lo spettatore non può fare a meno di sentirsi parte integrante della scena. Viene riprodotta la vita ai tempi di Gesù e tutto sembra così vero da aver trasformato questo luogo in un vero simbolo natalizio e non solo per i siciliani. Chi si trova nella Trinacria, insomma, prima o poi passa da Custonaci e non se ne pente mai.
Del resto già da anni è considerato il più grande evento di valorizzazione dei mesteri e delle tradizioni popolari locali e nel 2006 è stato inserito tra i cento beni immateriali della Regione Siciliana. La location è la Grotta Mangiapane che risale al Paleolitico Superiore e alle cui pareti sono addossate delle antiche casette, ma anche le stalle e un forno per il pane. Il tutto è stato costruito tra l’ottocento e la metà del Novecento.
Sono oltre 160 i figuranti tra veri pastori, ma anche contadini, artigiani e artisti che raccontano attraverso le immagini natalizie il nostro passato. Una specie di museo all’aperto tanto che per ricreare al meglio ambienti, mestieri e costumi è stata coinvolta pure l’Università di Palermo. Quest’ultima ha lavorato tramite l’Istituto di Scienze Antropologiche e Geografiche della Facoltà di Lettere e Filosofia. Quest’anno sarà possibile vedere il presepe dal 25 al 27 dicembre e dal 2 all’9 gennaio con ingresso dalle ore 16 e per maggiori informazioni ci si può collegare al sito presepeviventedicustonaci.it dove eventualmente acquistare il biglietto per l’entrata anche on line.