La prima parte di solito è quella del corpo che si ottiene arrotolando la neve e deve essere ben grande anche se di misura variabile. Se ne crea poi un’altra o a seconda dei gusti una terza più piccola sopra la precedente e questa rappresenta la testa del pupazzo. Si passa quindi alla decorazione del volto e qui comincia il divertimento. Si prende a personalizzare la parte degli occhi, ma anche le labbra e il naso e quasi sempre si utilizzano elementi culinari o materiale di recupero trovato in casa. Vanno benissimo in questo senso quindi vecchie scope, bottoni, carote e così via continuando. L’usanza di creare un pupazzo di neve è molto antica e risale al periodo medievale. Si trova la prima testimonianza conosciuta della sua realizzazione in un Libro delle Ore del 1380 e il testo è oggi ben custodito in una biblioteca dell’Aia.