Il Natale, ormai tutti lo sanno, non è un momento felice per ognuno, anche perchè più che una festa, da tempo, è diventata una occasione di natura commerciale o, al massimo, uno stato d’animo. Ecco, quindi, che molti si ammalano del cosiddetto Christmas blues, meglio conosciuta come depressione natalizia. Un senso di malessere, di solito piuttosto profondo che pervade l’animo e che, quasi in tutti i casi, riguarda una sorta di paura incontrollata del domani. Una preoccupazione atavica, che prende spunto pure dal fatto che il periodo natalizio è legato alla fine dell’anno e quindi al termine di un ciclo, prima che ne possa cominciare un altro. Ciò, non di rado può legarsi alla paura che tutto passi, che chi sta intorno è troppo superficiale e al terrore di restare soli e così via.Un momento di transizione che può fare percepire una perdita e creare ansia.
Un dolore che poi viene esorcizzato con l’allegria eccessiva del Capodanno, superato il “lutto simbolico” del Natale. Senza contare che il nuovo anno rappresenta una serie di giorni da riempire, con un significativo punto di domanda verso l’ignoto. Esiste solo una reale speranza per un futuro migliore, ma chi è insicuro tende a rimanere bloccato nel passato. E’ chiaro che chi ne soffre di più è colui che non sta vivendo una soluzione felice, soprattutto sentimentalmente. Peggio di chi ha perso il proprio compagno, sta colui o colei che non hanno ancora trovato l’anima gemella, un sentimento reso più doloroso, la notte del 24 dicembre, quando ci si dovrebbe scambiare i regali sotto l’albero di Natale.
Niente baci sotto il vischio dunque e nessuna promessa di amore eterno o la possibilità di guardare la propria famiglia perfetta, arricchita da splendidi bambini. Ma il Natale, invece, è speranza di mesi diversi ma senza uno stato d’animo più positivo, difficilmente le cose riusciranno a cambiare.