Simbolo cristiano per eccellenza che riproduce in scala e in versione a volte piuttosto romantica, la nascita di Gesù Bambino, il presepe di Natale oggi sta diventando sempre più raro nelle case degli italiani. Nessuno dimentica di mettere un albero con luci e decorazioni in vista nella stanza principale della casa o vicino alle finestre o, ancora, un Babbo Natale che si arrampica dal balcone, moda quest’ultima degli ultimi anni e apprezzata da moltissimi. Sistemare i vari pastorelli, la Madonna, San Giuseppe, il neonato Gesù, il bue e l’asinello che con il calore del loro alito lo tennero al caldo nella stalla, può essere un attimino più impegnativo. Esistono quelli già pronti, ma prepararlo artigianalmente è tutta un’altra storia.
La prima cosa da fare quando si decide di realizzare un Presepe di Natale è scegliere un supporto adatto come un tavolo, che sia resistente, sopraelevato e che metta bene in evidenza il lavoro una volta terminato. Acquistando del finto sughero, inoltre, si può provare a simulare la forma delle montagne che poi saranno fissate in cima al progetto natalizio. Le casette oggi si possono acquistare perchè hanno un buon prezzo e di solito sono piuttosto graziose, evitando ore di lavoro per prepararle. Queste andranno messe in modo che quelle più piccole saranno inserite in cima vicino ai promontori e quelle più grandi via via scenderanno verso la grotta, lo stesso vale per la grandezza dei pastorelli.
Si passa poi alla Stella di Natale che va fissata sulla grotta, al cui interno si ricorda la scena della Natività. A breve distanza i Re Magi che giungono in visita. Nel paesaggio circostante, ancora, si possono mettere dei laghetti finti, realizzati aiutandosi con della carta stagnola o trasparente e del muschio e, ancora, con sassolini e sabbia si possono riprodurre le strade. I pastorelli quasi tutti orientati verso la grotta, riprendono i più antichi mestieri e così non manca la lavandaia, il pastore con le pecore, il panettiere, il fabbro, il calzolaio e “l’addormentato”. Peculiare è, infine, un personaggio legato principalmente alla tradizione siciliana: il cosiddetto “spaventato” che resta con le mani alzate, gli occhi sgranati e la bocca aperta per lo stupore di aver assistito al compimento del miracolo della nascita di Gesù.