Perché festeggiamo la festa del lavoro?

Perché celebriamo la Festa del lavoro il primo maggio? Per la maggior parte delle persone la ricorrenza richiama alla mente cose futili come il concertone in Piazza a Roma o una giornata di ponte. Ma quale è il suo vero significato?

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Ovviamente bisogna tornare indietro nel tempo ed arrivare fino alla secondo metà del 1800 quando i contadini, complice la rivoluzione industriale, abbandonarono le campagne per trovare un lavoro nelle grandi città. Lavoro in fabbrica però non era sinonimo di benessere e diritti, anzi: spesso era l’esatto opposto. Bisogna infatti ricordare che potevano arrivare a lavorare fino a 18 ore al giorno senza protezione e senza sicurezza.

Noi celebriamo il primo maggio perché è in quel giorno, nel 1886, che i sindacati organizzarono un grande corteo per chiedere la riduzione della giornata di lavoro ad 8 ore. Le proteste durarono diversi giorni: il 4 maggio un ordigno a Haymarket Square uccise un poliziotto e fu rivolta. Morirono 11 persone. Tre anni dopo quell’incidente venne ricordato e divenne simbolo delle rivendicazioni operaie in tutto il mondo. In Italia il primo maggio come Festa del Lavoro venne abolita nel corso del fascismo per essere poi definitivamente ristabilita nel 1947.

Ai nostri giorni festeggiare la festa dei lavoratori significa celebrare in compagnia partecipando a comizi politici, a manifestazioni di diverso genere, ma soprattutto divertirsi ad eventi musicali e culturali insieme. Bisognerebbe tentare di riportare il tutto verso il suo significato originale,mettendo al centro il lavoro ed i problemi che lo affliggono rendendo la nostra vita spesso difficile. Talvolta però, approfittando di una celebrazione, si tende a voler dimenticare.

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