31 dicembre, un bacio sotto il vischio

 

Quante volte ne abbiamo sentito parlare e nel corso degli anni siamo rimaste in trepidante attesa, nella speranza che capitasse anche a noi. Il bacio sotto il vischio è davvero romantico e il 31 dicembre, chi sogna il grande amore o aspetta un annuncio che ricorderà a vita, sente scoppiare il cuore dall’emozione. Da dove deriva questa usanza? Bisogna farla risalire, addirittura alla tradizione celtica ed è tutta dedicata al Capodanno.

Il vischio cresce sui tronchi e in molti ritenevano nell’antichità che si potesse notare la buio, brillare, poco distante dai giacimenti di oro. Le bacche del vischio si sviluppano in nove mesi e si raggruppano in numero di tre con una valenza sacra per molte culture, da sempre. In più ha un forte potere medicamentoso e può nuocere gravemente alla salute, se viene usato nella maniera non corretta. Quando serviva i Celti lo raccoglievano in una piccola falce d’oro, ma stavano attenti a non prenderlo se non era strettamente necessario. Dovevano usarlo mani pure, a digiuno, con un abbigliamento chiaro e i piedi nudi. In cambio si doveva offrire alla foresta pane e vino. Una leggenda è legata, in particolare al vischio e si dice che quando per la prima volta fu strappata dalla quercia morì il buon dio Balder.

Se i Druidi pensavano che guarisse da ogni malattia non era diverso nella cultura romana. Loro pensavano che il vischio fosse sempre una pianta particolare, come testimonia l’Eneide, in cui si racconta che Enea abbia deciso di portare negli inferi un suo ramo da donare a Proserpina. I primi però ritenevano che fosse anche simbolo di fecondità e quindi baciarsi sotto il vischio non può che portare meravigliose novità. Le sue bacche schiacciate danno un liquido molto simile al “seme” maschile. Ancora, la sua nascita misteriosa, lo legherebbe al simbolo di Cristo.

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